\paperw9000 \margr0\margl0 \plain \fs20 \sl240 \f1 \fs24 La monarchia, che sarα poi detta capetingia, fu tipicamente feudale. I re si consideravano signori di diritto di tutte le
terre che si estendevano dalla Schelda allÆEbro; ma di fatto erano signori solo del paese a Nord della Senna, dellÆ╬le-de-France. Il regno franco, a parte la dipendenza di molte terre dallÆImpero germanico (Lorena, Borgogna, Provenza), fu un mosaico di
terre feudali di tutte le grandezze. Alla fine del secolo 10░, i Capetingi furono costretti a una politica meramente difensiva. Durante il regno di Filippo I (1060-1108) le dinastie feudali e i duchi di Normandia (dal 1066 anche re dÆInghilterra), i cont
i di Fiandra, i conti dÆAngi≥, i duchi di Aquitania, i conti di Tolosa avevano ricchezze e forze militari di gran lunga maggiori di quelle del signore dellÆ╬le-de-France con cui del resto essi avevano ormai rotto quasi ogni vincolo. I re Capetingi (il te
rmine per≥ Φ tardo, degli inizi del 13░ secolo) si trovarono a lungo nellÆimpossibilitα di imporre alcuna politica unitaria. Riuscirono comunque ad attuare una lenta e costante espansione del possesso regio diretto e un rafforzamento del potere, mirando
a imporre la successione dinastica in linea maschile. Ma qualsiasi consolidamento del potere centrale si scontrava con lÆopposizione dei maggiori signori feudali, in un contesto di anarchia diffusa e di guerre private cui la Chiesa, in concorso con la mo
narchia, tent≥ di mettere un limite istituendo le ôpaci di Dioö e poi canalizzando queste tensioni verso lÆesterno, contro gli infedeli, con la crociata. Un crescente prestigio religioso circondava la figura del re, in relazione alla consacrazione divina
che riceveva per il tramite della Chiesa e alle virt∙ taumaturgiche che venivano attribuite ai sovrani in relazione alla loro funzione.\par
A partire dallÆ11░ e pi∙ ancora nel 12░ secolo si avvert∞ un primo rifiorire dellÆeconomia con i nuovi dissodame
nti e una ripresa del commercio e della vita produttiva legata alle cittα. Elementi che concorsero a modificare il quadro delle forze sociali del paese. Con il successore di Filippo I, Luigi VI (1108-37), si ebbe il primo tentativo organico di affermare
la sovranitα della corona: egli si preoccup≥ anzitutto dÆimporre la sua autoritα ai vassalli diretti ribelli e di ristabilire la pace nelle proprie campagne; in un secondo momento di controbilanciare il potere nobiliare ricercando anche un pi∙ diretto co
llegamento con i nuovi ceti emergenti nella cittα. Luigi VI oper≥ anche unÆaccorta politica matrimoniale, riuscendo a combinare lÆunione tra suo figlio, il futuro Luigi VII (1137-1180), e Eleonora, erede del ducato di Aquitania (1127): con queste nozze l
a dinastia capetingia portava i suoi confini ai Pirenei. Ma quando Luigi ripudi≥ la moglie Eleonora, questa strinse nuove nozze con il pi∙ temibile vassallo avversario della dinastia francese, Enrico Plantageneto, conte dÆAngi≥ e duca di Normandia e, dal
1154, re dÆInghilterra. Il conflitto che scoppi≥ tra Enrico II e Luigi VII continu≥ anche sotto il successore di Luigi VII, Filippo Augusto (1180-1223), che approfitt≥ della difficile situazione dellÆInghilterra sotto Riccardo I e suo fratello Giovanni
Senzaterra, riuscendo a confiscare agli Inglesi la maggior parte dei loro possedimenti sul continente. La vittoria riportata dai Francesi a Bouvines nel 1214 contro le forze dello stesso Giovanni, del conte di Fiandra e dellÆimperatore, risult≥ un vero t
rionfo della monarchia, che era riuscita in quellÆoccasione a suscitare un concorso di forze contro i nemici esterni che costitu∞, in una Francia ancora tutta spezzettata feudalmente e divisa per istituzioni, costumanze e lingua, una prima espressione di
sentimento nazionale.\par
Fin dal secolo 11░ aveva cominciato a profilarsi il risveglio delle cittα, che avevano conquistato franchigie e si erano date ordinamenti politici liberi, aiutando la monarchia nella difficile opera di limitazione dei privileg
i feudali. Liberatesi dalla soggezione al signore, esse si appropriarono del diritto di giudicare, di emanare norme e imporre tributi, di avere un proprio esercito: nella Francia settentrionale sorsero i comuni con a capo i \i maires\i0 , nella meridiona
le i consolati con a capo i \i consoli\i0 che presero il posto dei feudatari (nei luoghi dove il trapasso dei poteri non fu completo la cittα riusc∞ a ottenere solo alcune franchigie pattuite col signore, al quale rimase soggetta: erano le cittα dette d
i \i borghesia\i0 o di \i prevosteria\i0 , dal prevosto che le governava in nome del signore).\par
In questa situazione, forte della vittoria ottenuta e del prestigio derivatogli, Filippo Augusto potΘ riorganizzare lÆamministrazione e la burocrazia del
regno, perseguendo una politica di centralizzazione, riorganizzando la corte e il consiglio del re dove diede spazio allÆelemento borghese e istituendo magistrati regi e tribunali dÆappello. Fiss≥ definitivamente la capitale del regno a Parigi, che con
la sua universitα divenne presto uno dei maggiori centri di irradiazione di cultura in Europa. Nello stesso tempo potΘ intervenire nel Sud della Francia, ove la monarchia non aveva mai goduto di alcun potere. Approfittando della vittoriosa crociata contr
o gli Albigesi e dellÆinsediamento di Simone di Montfort nella contea di Tolosa, dove in particolare si era concentrata una forte presenza albigese trovandovi protezione, nel 1215, Filippo Augusto intervenne in una lotta che allÆobiettivo del ripristino
dellÆortodossia religiosa sommava la necessitα di risolvere il problema politico della sopravvivenza, in vaste zone del Mezzogiorno, di forti sacche di autonomia dal potere regio. Filippo riusc∞ a far aggiudicare alla corona i possessi del conte di Tolos
a e degli altri signori accusati di eresia.\par
I successori ne continuarono la politica e consolidarono le conquiste, anche se la repentina morte di Luigi VIII (1223-26) rese necessaria una reggenza, funestata da torbidi di carattere feudale. Con Luigi
IX (1206-70) la Francia raggiunse lÆapice del suo prestigio morale e politico: il re ôsantoö venne spesso invocato dagli altri sovrani europei come arbitro delle loro contese. Luigi IX svolse unÆintensa, anche se sfortunata, politica meridionale e medit
erranea, perseguendo a un tempo, nella VI e nella VII crociata, lÆantico ideale della conquista cristiana e le pi∙ recenti sollecitazioni a una politica di potenza provenienti dal nuovo re di Sicilia, il fratello Carlo dÆAngi≥. Sul piano interno, dom≥ un
a rivolta della grande feudalitα, mentre nei confronti dellÆInghilterra Luigi ottenne, con il trattato di Parigi del 1259, la formale rinuncia di Enrico III alle pretese sui possessi inglesi nel continente. Con il regno di Luigi IX si perfezion≥ lÆorgani
zzazione del potere regio. Egli cre≥ ispettori con il compito di controllare il funzionamento amministrativo delle province e lÆoperato dei balivi, che a ci≥ erano stati preposti a suo tempo da Filippo Augusto, istitu∞ un tribunale permanente (il Parlame
nto, 1250 circa), un organismo di controllo delle finanze (corte dei conti) e avvi≥ una vera politica monetaria.\par
Con i suoi successori Filippo III lÆArdito (1270-85) e Filippo IV il Bello (1285-1314) il programma di espansione e di egemonia della po
tenza francese venne perseguito con finalitα esclusivamente politiche (intervento nella penisola iberica, politica italiana di Filippo di Valois, pretesa di Filippo il Bello alla corona imperiale). Un aspetto particolare di questo programma fu il contras
to che pose lÆuno di fronte allÆaltro Filippo il Bello, con il suo stuolo di giuristi e di pubblicisti teorici della sovranitα nazionale, e il papa Bonifacio VIII, ostinato assertore dellÆuniversalismo teocratico; il conflitto si chiuse con la cattura de
l pontefice e con lÆepisodio dello ôschiaffo di Anagniö (1303) e, infine, con la capitolazione del papato alla monarchia e lÆelezione di un papa francese, Clemente V (1305), e il conseguente trasferimento della sede pontificia ad Avignone (1309). Nella l
